Al confine tra Germania e Danimarca, sventolano, come promesse ancora lontane, tutte le bandiere delle destinazioni che toccheremo nei prossimi giorni…

Siamo in un’altra nazione, la quarta, dalla partenza. Viaggiamo su una lingua d’asfalto che taglia un “deserto” verdeggiante: ai lati, campi sconfinati si susseguono rincorsi dal vento, a perdita d’occhio.
Ribe – la città più antica della Danimarca
La prima sosta è a Ribe. Arriviamo per pranzo.
Da questa tappa non mi aspettavo niente di particolare, e forse è stata la mia fortuna: mi sono – semplicemente – lasciata sorprendere dalla sua bellezza – senza riserve nè preconcetti. (Ecco…Questa cosa del non avere aspettative dovrei ricordarmela più spesso, anche nella vita di tutti i giorni😅)
Appena entriamo tra le sue vie, veniamo avvolti da un’atmosfera magica, d’altri tempi. Siamo nella città più antica della Danimarca, fondata intorno all’VIII secolo come importante insediamento vichingo e porto commerciale.
Nel Medioevo divenne un centro religioso e culturale di grande rilievo, grazie anche alla costruzione della sua imponente cattedrale.
Oggi conserva intatto il suo fascino storico.






Ci troviamo davanti un pezzo di mondo che sembra uscito da un vecchio libro di favole. Piccole case a graticcio dalle tinte pastello alcune più tenui altre più vivaci, il colore predominante è il rosso mattone. Camminiamo su una strada di ciottoli Il tempo sembra essersi fermato, mentre Alma e Mira si danno la mano e avanzano a passo sicuro.
Percorriamo un paio di kilometri per raggiungere un’area giochi. Ci stupiamo di come tutto sia a misura d’uomo (di donna e di bambinə). Si percepisce di essere in una città che rispetta e accompagna il ritmo della vita dei suoi circa 8.300 abitanti. La pista ciclabile si snoda lungo tutte le strade. I marciapiedi sono ampi. Incontriamo un paio di scuole con giardini da sogno per i bambini, pensati per il loro divertimento. Mira dice che vorrebbe venire a scuola qua.
Mi chiede: “Ma perché da noi non ci pensano ai bambini?“
Eh. Non lo so amore…magari quando sarai grande potrai pensarci tu❣



Tra una chiacchiera e l’altra arriviamo ad un parchetto comunale da sogno. Castelli, teleferiche, altalene, scivoli di ogni tipo, skate park, giochi adatti ad ogni età. Mira sempre più convinta che “da grande” dovrà fare qualcosa🥰
Lasciamo Ribe, sapendo che ci ha lasciato un ricordo indelebile.
Esbjerg e i suoi giganti
È ancora giorno. Decidiamo di fare un salto ad Esbjerg.
Piccola nota la ciclabile non ci lascia mai. Nemmeno lungo quelle strade che da noi chiamiamo “statali” o “provinciali”.
Arriviamo ad Esbjerg attraversando l’enorme porto industriale. Ci fermiamo per ammirare il mare del Nord insieme ai giganti bianchi.



Si tratta di 4 enormi statue (alte 9 metri) che fissano il mare
“Man meets the sea”. Sono davvero imponenti, imperturbabili. Eppure di fronte all’immensità del mare e dell’orizzonte sono piccole anche loro.
Sono quasi le nove, rincasiamo, stasera ci aspetta una bella braciolata!
P.S. alloggiamo allo Storkesoen ……posto davvero carino e funzionale assolutamente da consigliare.


E ora tornare a casa 😱
La mattina si riparte per un’ultima tappa in Danimarca.
Direzione Skagen. Mentre camminiamo arriva da dietro una voce, quella di Alma : “e ora tornare a casa!“.
Io e Matteo sgraniamo gli occhi.
“Ci hai mai pensato al fatto che dovremmo tornare indietro?” mi fa Matteo.
“In che senso?”
La mia mente prende tempo fingendo di non aver colto la domanda.
“Nel senso che potremmo non riuscire ad arrivare a Capo Nord”
“No” dico io “e tu?”
“Io sì”
S I L E N Z I O.
“Tornare a casa” ancora.
Perché? Cosa c’è che non va? Così all’improvviso.
Ci sentiamo in colpa del fatto che Alma a casa stia “così bene”. Sia così libera di fare ciò che piace a lei…da preferire casa ad ogni altro posto.
Cominciamo a rimuginare a voce alta. Riflettiamo. Sappiamo quanto sia difficile separare Alma dai suoi interessi ristretti, sappiamo che fa parte della diagnosi, ma ci piacciono troppo i suoi occhi quando sono “liberi” e si guardano intorno.
Forse dovremmo mettere più regole a casa? Sì. Sicuramente. A casa nostra non ci sono regole. A casa nostra ci sono libri colori diversi telefoni casse amplificate, TV, radio, proiettore, altalena, netflix e disney channel, e poi c’è “su dalla nonna” , “fare la spesa” (ovvero comprare altri colori)..poi ci sono le crepes con la nutella da preparare quando vuole, con le uova direttamente delle galline… poi c’è l’altalena, il monopattino e la bici con cui correre in giardino. Poi c’è il computer e la stampante da cui stampare centinaia di disegni di peppa pig.
Iniziamo a prenderci le nostre responsabilità e a fare i conti coi nostri sensi di colpa.
Allo stesso tempo iniziamo a darci buoni propositi su cui lavorare ad Agosto.
Che già lavorare e agosto faticano a stare nella stessa frase😅
Ma noi.
Ad agosto. Faremo tutto.
Metteremo in ordine tutte le cose di Alma, in delle scatole separate per categorie (quante volte lo abbiamo fatto quando era più piccola!) E useremo un timer. E tireremo giù una scatola alla volta. O colorerà o ascolterà la musica. Esatto. Sì faremo così. Mai colorare col video. Mai. Mai. Se Se va col monopattino, senza musica.
Ci diamo conforto a vicenda.
Sembrano tutte pacche sulle spalle. Ma ci fanno bene.
Faremo tutto ad Agosto.
Intanto continuiamo ad andare verso nord e speriamo che le passi l’idea di tornare a casa.
Lo Jutland e le meraglie vicino a Skagen
Entriamo nello Jutland. Siamo diretti a Skagen.
Nella punta più a nord della Danimarca.
Oggi pomeriggio ci godiamo il villaggio con la sua piscina e il suo parco giochi ma domani si parte per nuove scoperte.
La mattina dopo siamo in macchina.
Non ci fermiamo, chiediamo sempre un pezzetto in più. A noi, ad Alma a Mira. E nel chiedere c’è un immenso ricevere.
Perchè per ogni passo mosso a fatica c’è un pezzo di mondo da esplorare che forse non avremmo mai visto. Che forse non vedremo mai più!!!

Ci dirigiamo a Grenen, sulla punta estrema della Danimarca. I nostri passi muovono tra vento e sabbia su un lembo di terra che divide il Mare del Nord dal Mar Baltico. Alla fine di questa spiaggia i due mari fatti di onde contrastanti si incontrano e scontrano senza mescolarsi. E non lo so spiegare perché ma calpestare questi pezzi estremi di mondo è una forma di resistenza, di testimonianza.
È dire: “Siamo ad un pizzo del mondo e in qualche modo ci siamo arrivati!“
Alma non riesce a staccarsi dalla sua musica, oggi ascolta Alfa da quanto si è svegliata.



Ma appena vede il mare si toglie le scarpe. E avanza coi piedi nell’acqua gelida. A tratti si ferma.
“Tornare in macchina.” “Mangiare.” “Quis.”
“Dai dai Alma, siamo quasi arrivati! “
E tra un incoraggiamento e l’altro arriviamo davvero.
Ci circonda uno scenario improbabile. Onde alte. Enormi mercantili all’orizzonte.
Non sembra amico questo mare.
“Domani lo attraversiamo” mi ricorda Matteo. ” Grazie per avermelo ricordato – fosse mai che mi perdo l’occasione per coltivare qualche forma d’ansia”
Torniamo con un trattore che trasciana una specie di bus.

“Cerchiamo un posto per mangiare a Skagen così ce la vediamo?”
“Sì”. E menomale. Questa città e bellissima. Armonia, eleganza, sobrietà, semplicità in ogni via, ad ogni passo.
“La macchina” chiede Alma. “Sì la macchina è di qua”- mentiamo per girare ancora un’altra via.
Le case sono tutte gialle intenso, quasi a voler trattenere il calore del sole, con i tetti rossi in tegole d’argilla, basse, hanno intorno delle staccionate bianche, bianche anche le finestre, piccoli giardini intorno verdissimi e curatissimi.
Che sensazione di pace.


Ovunque sventolano bandiere della Danimarca, che se mai avessi avuto un dubbio ora l’ho impressa nella mia memoria – per sempre- quella croce bianca con sfondo rosso.
Non fosse per il vento, che oggi soffia a quasi 50km orari sembrerebbe di camminare dentro un quadro, come nel film di Mary Poppins.
Alla fine in qualche modo alla macchina ci arriviamo.
Prossima tappa “Le dune migranti ” di Råbjerg Mile.
“Alma scendiamo?”
“NO e NO.”
“Ma come no?”
Io e Matteo ci guardiamo come accade spesso in queste circostanze. Decidiamo in pochi secondi se fare squadra e convincerla a tutti i costi. O se “vince lei”.
“Se vuoi facciamo i turni, mi dice Matteo, uno resta con lei”
Ma.
Secondo me vale la pena portarcela.
Se la riusciamo a convincere le piacerà.
Proviamo a convincerla!
FERMEZZA. è la parola d’ordine per “vincere con Alma” .
Mantenere la parola. E aiutarla a capire che “quello che sto dicendo è la verità ed è l’unica possibilità”.
Perché se dico no, ma può essere anche sì , ho perso in partenza. (E quante volte mi capita…e non solo con Alma)
Abbiamo paura che lei possa di nuovo dire di voler tornare a casa. Ma abbiamo ancora più paura di vivere vittime di questa paura. E alla fine scegliamo sempre sempre ciò che ci spaventa di meno.
“Alma scendiamo. Dopo torniamo in macchina e andiamo in cameretta adesso andiamo a vedere il deserto. Posa il telefono, mettiamo la musica” lo ripetiamo tipo mantra. A turno. E alla fine funziona.
In qualche modo lei lo capisce quando non può “zazzare”.
Si calma.
Scende.
Iniziamo a camminare su una sabbia bianca, finissima.
Raggiunguamo un paesaggio surreale.



Parliamo della più grande duna mobile del Nord Europa, un colosso di sabbia viva che ogni anno avanza lentamente verso nord-est, circa 10-15 metri all’anno, come una creatura silenziosa che si sposta con il vento. Alta fino a 40 metri, larga circa 1 km, copre una superficie di circa 2 km².
Alma ride. Inizia a camminare trascinata dal vento. Nel vento si lascia cadere. Ride ancora. Si guarda intorno e gira su se stessa. È felice qui ed ora.

Camminare sulla Råbjerg Mile è come entrare in un altro mondo fatto di sabbia e cielo, e la sensazione di essere lontani da tutto, forse persino dal tempo.
“Abbiamo fatto bene a non mollare“. Ci diciamo con Matteo scambiandoci una rapida occhiata densa di gioia.
MEMENTO AUDERE SEMPER❣
tatiana
non mollate mai mai mai
Essere “fermi ” è un semplice , spesso difficilissimo, principio educativo che però ci fa essere credibili. È il solo che può guidare verso il futuro perché indica le aspettative… che non si dovrebbero mai tradire.
PS. Grazie Tati, oltre che per i tanti motivi di riflessione, anche per farmi rivedere quei luoghi che mi sono rimasti dentro.
Un abbraccio a voi quattro
difficilissimo, confermo…per questo scegliamo con cura e insieme quando bisogna esserlo…altrimenti meglio lasciar perdere da subito😅